sabato 8 maggio 2010

'Sei come un pugile suonato, vai sempre al tappeto e poi ti rialzi'

il 25 novembre 2009 ho visto per l'ultima volta la persona di cui ero innamorata.

Una serata non diversa da tante, con il livello di tristezza più alto di altre, perché ogni giorno era un giorno in più di bugie, tante bugie, lacrime, finti malori... un giorno in più di tante cose brutte.

Non ero io a mentire, io aspettavo.
Aspettavo che finalmente tutto si risolvesse, che finalmente un periodo normale si affacciasse all'orizzonte. Che finalmente arrivasse un po' di tranquillità.
Aspettavo di non essere più un fantasma. Dopo anni e anni, dopo essersi resi completamente disponibili e trasparenti verso l'altro, era quello che aspettavo.

Voi mi direte: non bisogna mai svelare troppo il proprio gioco.
Forse è vero. Ma se quella è la persona che vuoi davvero, perché giocare?

Le racconti tutto, le dai tutto, ti sintonizzi con lei e senza rendertene conto rinunci a te stessa, alla tua vita, ti adegui. Prepari la tua vita perché lei possa starci, perché possa condividerla.

In fondo, pensi, perché dovrebbe passare il 70% del suo tempo, sia via etere che di persona con me? Se non gli importasse, perché?

Eppure me ne ha fatte tante, tante venute alla luce e discusse, tante intuite ma non discusse per non litigare, tante che forse nemmeno ho intuito.

Ma mi fidavo. Ma lo amavo. Avrei fatto qualsiasi cosa per lui.
E ho sbagliato.

Il 25 novembre sono scesa dalla macchina, ci siamo salutati, 2 minuti dopo come sempre mi ha chiamata e siamo stati al telefono finché non è arrivato a casa. Ripercorrendo la serata, ridendo, cercando di stare vicini ancora un po'.

Invece lui aveva già deciso.
E io non l'ho più visto.

Era il mio amore, il mio amante e il mio migliore amico.
Ho perso tutto in un colpo.

In pochi giorni è completamente cambiato, in pochi giorni dall'altra parte del telefono è arrivato un estraneo che non ha risparmiato nessuna parola atta a ferirmi come un animale destinato a morire sotto gli spari di un cacciatore.

'Sei come un pugile suonato, vai sempre al tappeto e poi ti rialzi'
Ha voluto picchiare tanto, forte, a morte. Per essere sicuro che non mi rialzassi più.

Ha voluto sterminare tutto quello che faceva di me l'essere umano che ero, un essere umano che non aveva fatto che amarlo, ascoltarlo, appoggiarlo, sopportare i suoi quotidiani, lunatici malumori.
Malumori che poi ho capito venivano da tutto il marcio che c'era nella sua vita.

Un crescendo di delirio, di assurdità, di accuse di essere una folle perché volevo spiegazioni.
Il mese di dicembre più brutto di tutta la mia vita, al pari solo dell'agosto dello stesso anno, altro mese ricco di rivelazioni, che hanno lasciato un segno indelebile, in spirito e fisico.

Il crescendo ha raggiunto il culmine il 30 dicembre, dopo involantarie e scioccanti rivelazioni del padre del soggetto in questione. Ho cercato di parlare con lui per capire, per capire quale mostro ci fosse dietro i tratti che amavo.

Ho ottenuto solo un sms: Ora è tutto finito.

Pensavo fosse il momento, che poi ci saremmo potuti chiarire, chiarire quel giorno e capire cosa fosse successo dal 26 novembre fino a quel momento.

Invece non l'ho mai più sentito. Per qualche giorno l'ho cercato, non ha risposto a un solo messaggio, non ha richiamato una sola volta. Non ha più cercato di sapere cosa aveva provocato il contraccolpo di questo suo comportamento sulla persona che da anni era li per lui. Avrei potuto anche uccidermi, non gliene sarebbe importato.

Ovviamente conosce il suo pollo, sapeva che non avrei mai preso la macchina per andarlo a prendere a a schiaffi, anche se sta a 20 minuti da qui. Sapeva che non avrei fatto scenate, sapeva che non gli avrei complicato la vita.

Che cogliona eh?

E ancora, a momenti, mi chiedo: come ha fatto? Come ha potuto devastarmi sotto ogni punto di vista, sapendo che avrebbe lasciato a terra una persona che non sarebbe riuscita a riprendere la vita né da dove l'aveva lasciata né con lo stesso approccio.

Si possono lasciare le persone, è un diritto di tutti, ma come è importante. Questo non è lasciare, è ammazzare. E' prendersi sulla coscienza la vita di un'altra persona.

Co... cos... cienza??? Ok ok. Sempre cogliona io.

7 commenti:

  1. Bhe, scusa, ma perchè non lo cerchi di persona e chiarisci....PERCHE'??? Non puoi tormentarti..se non chiarisci non riuscirai mai a voltare pagina del tutto!
    Forza....un abbraccio grande e sincero!

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  2. Perché... perché mi ha ferita e umiliata a morte. Oltreche spogliata di qualsiasi dignità. Lasciandomi li come un sacchettino della monnezza... e si sa, i sacchettini della monnezza non hanno grandi capacità di reazione...

    Grazie per l'abbraccio, me lo prendo tutto e ricambio.

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  3. Probabilmente è difficile riuscire a vedere quello che ci sta succedendo quando siamo immersi fino al collo nel fango, non ragioniamo e quando ci proviamo giriamo come i criceti nella ruota, ma quando riusciamo finalmente a uscire dalle sabbie mobili ed aprire la ruota ci scopriamo nuovamente vivi e liberi anche se crediamo di morire e soffriamo in maniera indescrivibile. Ma alla fine ce la facciamo, ooohhhh si, se ce la facciamo!

    Ruben

    PS: un abbraccio!

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  4. @siredward... vero quando ci si è in mezzo non ci si rende conto di nulla. Un trurbine tremendo...
    Bon, sto venendo a galla. L'abbraccio è molto gradito!!
    Ricambio

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  5. Leggo con molto ritardo questo post ma volevo dirti che ti capisco...mi rendo conto che con certe persone non serve a nulla chiarire perché ti sembra che non riuscirai mai ad afferrare la verità di ciò che lui è e perché dopo delle forti umiliazioni la forza di sopportarne altre non l'hai più...
    Ti abbraccio e spero di cuore che tu ora stia bene e sia riuscita a richiudere le ferite.

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  6. @Cosmo, grazie per il tuo commento, hai colto nel segno.
    Sto meglio, non bene, e credo che qualche ferita resterà per sempre. Ma.. faccio del mio meglio.
    Questo si!

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  7. Sono passata a rileggermi questo post perchè ieri mi hai incuriosita...te l'ho detto che avevo capito male...
    In effetti l'avevo letto appena ti ho scoperta. Me lo ricordo. Non ti ho commentato perchè all'epoca mi sentivo esattamente così e probabilmente ci avrò pianto pure leggendolo! Cavolo Nav, quanto tempo sembra passato! Altro che tsunami emotivo, c'è di mezzo un'intera era glaciale, almeno per quanto mi riguarda. Sono contenta però che, ad oggi, tutt'e due riusciamo a sorriderne...almeno un pò! Un abbraccio. R.

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