mercoledì 28 aprile 2010

Punti di vista.

Io sono una brava persona.

Non vorrei scioccarti
ma assomigli di più a un rifiuto solido della raccolta umida.

Sono una persona onesta, sincera, coerente.

A dire il vero si sente come la puzza di un tasso morto in decomposizione,
un tasso lunatico per di più

Mi prendo la responsabilità delle mie azioni e soffro per il dolore che provoco

Aspetta... forse non ho guardato bene... riguardo... ecco,
a uno sguardo più attento... direi che...
no, niente... non parrebbe proprio, anche concentrandomi

Tu non sai niente di me
Quando hai ragione, hai ragione

Meriti di più
MaCCCCOME??!!
Più di una brava persona, onesta, sincera, coerente,
che si prende le responsabilità delle proprie azioni e soffre con il mondo???!!!

... ... ...
Vuoi rivedere la tua certificazione di coscienza?
Hai sparato qualche cazzata?


ARIDAJEE!!! ARIECCOCI!!
(Va la, va la... COSA???)



domenica 25 aprile 2010

Le case degli amanti

Le case degli amanti sono le macchine, le strade, i parcheggi, i divani degli uffici all’imbrunire.


In quelle macchine si parla a lungo, su quelle strade ci scambiano regali di Natale, in quei parcheggi si cerca di strappare un po’ di tempo ancora, su quei divani… beh, sui quei divani si alimentano le ILLUSIONI.

Gli amanti non posseggono nulla di veramente loro, il loro amore non possiede nulla di veramente suo. La routine degli amanti è clandestina, la loro vita insieme non può essere rivendicata, le cose che fanno insieme non sono reali, non hanno valore, non possono avere pretese. Quello che gli amanti fanno insieme forse non accade veramente, persi tra le nebbie della passione che offusca il cervello.

Illusioni più vere del vero, con bordi taglienti, frastagliati. Abrasive, come pelle di squalo.

E poi… illusioni e realtà si incontrano, f r i z i o n a n o, le une contro l’altra, E SI FERISCONO.

La realtà entra prepotente, scioccata da quanto è successo a sua insaputa, scioccata che scenari prodotti da stupidi sentimenti abbiano la pretesa di sostituirsi nell’incedere della vita.

Le illusioni si aggrappano, con artigli adunchi, alla trama della realtà per non cedere neanche un millimetro del mondo che hanno costruito con tanta fatica.

Quel mondo che inizia e finisce sul divano di un ufficio, quel mondo che pure con confini così ristretti a volte può racchiudere più vita di un universo intero.

Un mondo in cui non si pagano bollette, ma in cui tutto si paga sulla propria pelle.

Un mondo che rinnegato, crolla in attimo, nel tempo di una testa che si volta, di un essere umano che si allontana.
Perché spesso, mentre un amante si illude, l'altro gioca.

martedì 20 aprile 2010

"Va la, va la" .... COSA??

Va la, va la!

COSA va la, va la?

Blateramento generico del maschio:

a) preso in castagna;
b) messo di fronte alla richiesta di una risposta rispetto a una questione che vi ingenera dubbi;
c) messo di fronte a vostre affermazioni che potrebbero metterlo nella condizione di farsi prendere in castagna;
d) a riscontro di un vostro discorso lunghissimo sul filo della tipica 'razionalità' femminea di cui non ha ascoltato mezza parola;
e) alla vostra affermazione: non mi ami più/mi tradisci/sono grassa/hai un'altra/tua madre mi odia, tuo padre pure e il tuo migliore amico anche/Naomi è meglio di me?

Il va la, va la è la panacea universale a tutte le questioni di cui non gliene potrebbe fregare di meno, e anche di questioni di cui in potenza gliene potrebbe fregare /ma perché complicarsi la vita/
Il va la, va la è semplice da ricordare, risposta standard che non prevede sfumature e quindi, anche in possibili interrogatori successivi non si trasformerà nel classico boomerang

Ma soprattutto, se si dovesse comunque arrivare al banco dei testimoni, il va la, va la rivelerà tutta la potenza della sua evanescenza semantica: nel momento storico che voi state ricordando, voleva invece significare esattamente il contrario di quello che avete capito.

Uscite allo scoperto uomini, condite di significati, articolate, definite i confini  dei vostri va la, va la!
Datevi una botta di vita!

lunedì 19 aprile 2010

mi pare che sulla targa stavolta non ci sia scritto T I T A N I C...

"In acqua non ci entro più! No, nononononononnoononoo. No! Non mi riprenderò mai, dio come soffro, non ce la posso fare. Come posso respirare ancora, vivere... pensare etc?!?!?!"

E invece l'ultima evoluzione di presa_per_i_fondelli della tua vita è proprio questa:

ce la farai ancora, ricomincerai ancora, avrai voglia di provarci ancora.

'azz, dopo avermi rifilato tutte quelle fregature, mi rimetti in pista?

Ebbene si. Ti rimetto in pista.
Controlla i parabordi, i sistemi di difesa, l'antifurto, il pezzo_di_pupù_detector.
Verifica gli equipaggiamenti, fai il pieno di carburante, prendi un bel respiro >>> tuffo (va bene anche non carpiato, puoi ricominciare con un tuffo a bomba, non sarà un'entrata di stile, ma di impatto di sicuro).

Vai bella paperella, e mi raccomando, fai attenzione, non prendere nessuno sul serio /te stessa per prima/ divertiti, pensa lo stretto necessario per goderti il momento e nulla più.

Naviga_a_Vista

aspetta che controllo.... no, pare che sulla targa stavolta non ci sia scritto T I T A N I C
ok, ci provo... C I A F F

martedì 13 aprile 2010

IKEA vs psicoterapia > 10000 - 0

Mi è sempre piaciuto andare a fare un giro all'Ikea ogni morte di papa.


Fondamentalmente sono un'acquirente di salmone affumicato/marinato e di prosciutto di Natale.

Fino a un paio di settimane fa la percentuale di mobilia acquistata era prossima allo zero e quindi l'esperienza totalizzante Ikea mi era sconosciuta.

Poi è scattata l'emergenza trasloco e mi sono dovuta imbarcare raminga nell'approvvigionamento di strutture complicate e complesse / cucina, letto, materasso, divano /: terror panico!

E cominciamo dalla cosa che mi spaventa di più: la cucina.

Entro già traspirante in modalità significativa e mi dirigo tremebonda al reparto competente

- non ce la farò mai, non ce la farò mai, non sono capace, non sono capace, forse in fondo posso accendere un fuoco per terra... non è poi così necessario avere la cucina -

chiedo e... miracolo: sono gentili davvero! Sono competenti davvero!

Mi sgnaccano in mano un bel numerino e mi mettono in coda per aspettare il mio turno alla progettazione, mi siedono e mi progettano, tranquilli e rilassati

- e io che ancora penso... succederà qualcosa, perché proprio non sono fatta all'idea che una cosa possa andare liscia -

pim pum pam, cucina fatta, nonostante io sia una spaccapalle anche quando sono in panico. Mi passano all'ordine, e mi spediscono a fumare una sigaretta bella pacifica finché lo inseriscono

- devono aver notato lo sguardo da lepre inseguita dai bracchi... -

Torno, ordine inserito, bolla in mano, consegna fissata, passi alla cassa.

Si consuma il trauma del pagamento, ma è l'unico, pronta a 10000000 traumi dentro di me ringrazio sentitamente la Svezia per evermi 'solo' esborsata di liquidi!

Rinfrancata torno più fiduciosa qualche giorno dopo per la seconda tornata, con il solito dubbio da pessimista incallita che forse, si beh ci sta, stavolta sarà meno semplice.

Divano liscio, struttura letto liscia, materasso... continuo a buttarmi a ds e a manca incapace di scegliere tra lattice, molle insaccate e molle insaccate con uno strato di lattice.

Riecco la lepre braccata... guardo la DonnaMaterassoIkea spersa e indecisa e lei, MATERNA, mi sibila tra i denti 'prenda la molla insaccata con lo strato di lattice, costa meno e non c'è paragone con l'altro, che diciamocelo... è un po' una fregatura.' Grazie DonnaMaterassoIkea!

Bolla, cassa, vado a prenotare la consegna express, perché alla cucina ero pronta a rinunciare, ma per terra non ci dormo, e... DonnaConsegnaExpressIkea mi dice sorridente come un ranuncolo irrorato di rugiada: 'se vuole le ho trovato uno spazio per consegnare oggi pomeriggio'...

voglio la nazionalità svedese! Lo so che lo staff è italiano, ma io non ho mai avuto il bene di vedere un modello lavorativo riportato in grazia del signore, talmente in grazia del signore da risultare davvero rassicurante per il cliente, non solo nella pubblicità!

Quindi, emergente a tratti dai marosi della mia vita, dove cavolo te l'ho trovata l'oasi di quiete e di certezze??!!


All'Ikea.

E poi uno dice che non ci sono mai belle sorprese. Chi si accontenta gode evidentemente, e forse un giorno lo imparerò

giovedì 8 aprile 2010

Si chiude una porta, si apre...

È un anno che apro e chiudo porte.

Una l'ho anche presa in faccia.
La stessa porta in cui, negli anni precedenti, mi ero schiacciata più volte 5 dita della mano destra e 5 dita della sinistra (sempre mano).

Ho imparato la lezione??!!?
Macché ho dovuto schiantarci il tartufo.








Ho imparato la lezione??!!?
Non posso confermarlo. Comunque quella porta non la trovo più, quindi per semplice meccanica mi risulta complicato andare a polverizzarmi su qualcosa che materialmente non c'è.

È vero che quando si chiude una porta si apre un portone (porticina, finestra, abbaino, cancelletto)?

mmm

Prima di tutto credo che quando una porta si chiude qualcosa sia finito definitivamente, e già questo non mi pare un buon segno...
Secondariamente (e conseguentemente) penso che, con più o meno impeto e patos, le porte che si chiudono vengano sbattute.

Quindi --> Quando una porta si chiude, di solito sul muro si apre una crepa.

Piccola o grande che sia, comunque una crepa.

Tu farai del tuo meglio, tirerari fuori il muratore bergamasco che c'è in te per coprire, riempire, intonacare, stuccare, imbiancare; chiamerai anche l'interior design che sonnecchia dalle parti dell'intestino tenue per metterci sopra un bel quadro.

Ma resta il fatto che quel muro non è più intatto e per questo, non sarà mai più il muro di prima.

martedì 6 aprile 2010

L’Uomo è sempre figo, la Donna è sempre zoccola – anche a 90nni

Prendo spunto da un articolo di Pietro Calabrese su Style di questo mese, che parla delle evoluzioni emotivo sentimentali degli ottuagenari nostrani. Se il binomio Nonno-BadanteMoglie, per quanto susciti scalpori (ereditar-monetari, mica sulla morale nonnesca), è ormai sdoganato, diociguardimolto dalla vergogna familiare di una Nonna che magari si innamora del compagno di canasta e concepisce l’incomprensibile desiderio – per la progenie – di non passare da sola gli ultimi anni della sua vita.


Com’è ‘sta storia?

E l’uguaglianza dov’è finita? (Lo so che non c’è mai stata, sed etiam).

Perché ci si aspetta sempre che il desiderio più grande di una donna, a tutte le età, sia quello di badare agli altri?

Perché quando una donna mette se stessa in cima ai suoi pensieri e alle sue priorità diventa un’egoista?

Perché, in approssimativa sequenza cronologica, l’essere femminile deve badare al fratellino, al cane, al fidanzato, al marito, al figlio, al papà, al nipote e anche all’acaro maschio della polvere??!!!

E noi contribuiamo attivamente a farci percepire in tal guisa, perché quando rivendichiamo (cosa? Qualcosa, a caso, scegliete voi), al primo labbro arricciato che vediamo all’orizzonte CI SENTIAMO IN COLPA!!! Sissignore che ci sentiamo in colpa e ci autoflagelliamo con lo scopino del cesso.

Se l’uomo maturo ha la fidanzata giovane?
Lui ne sa della vita e lei pure (con accezione peripatetica ovviamente).

Se la donna matura (soglia che stranamente per le donne scatta 15 anni prima degli uomini) ha il fidanzato giovane?
Lei è una poveretta disperata che passa il tempo a tirarsi perché il fanciullo non la tradisca (troppo) in una vana rincorsa dell’adolescenza e lui è un Toyboy (leggasi rintronato che si è fatto far su dalla nave scuola – e se sei nave scuola vuol dire che hai esperienza e se hai esperienza vuol dire che…?).


Lui è bastardo? No no no no no. È SOLO FATTO COSÌ.

Lei è bastarda? Assolutamente si e probabilmente inacidita dalla vita e sulla soglia dell’esaurimento.

Cerchi di cavartela da sola? Femminista o lesbica. Lui? Un Vero Uomo.

Chiedi aiuto? Lagna. Lui? E’ un uomo sensibile, poi ci si lamenta che non ce ne siano.

Lasci qualcuno? Ne hai un altro. Lui? Lo hai esasperato.

Ti lascia qualcuno? Colpa tua e dei tuoi atteggiamenti soffocanti. Lui? Lei ne ha un altro.

Ti piace lo shopping? Superficiale. Lui? Sempre sensibile + raffinato + metrosexual.

Mostre, teatro, conferenza? Ti atteggi. Lui? Di spessore.

Sai cucinare? E ci mancherebbe altro. Lui? Ma dove lo trovi un altro così?

Racconti palle? Bassa caratura morale. Lui? Lo hai costretto tu perché non sai accettare la realtà.

(…)

E volendo andare avanti a tracciare questa dicotomia di esempi ce ne sarebbero a valanghe.

Perché ho scritto tutto questo?
Perché sono una stronza inacidita dalla vita e sulla soglia di un esaurimento nervoso…

Ovvio no?
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